1 MAGGIO 2024
UNA SCELTA DI VITA: LA CULTURA
MARTIN EDEN — O CUPIDO, QUANTUS ES! (parte 2)
L’incontro con Ruth rappresenta per Martin molto più di un sentimento: diventa il motore di un incredibile processo trasformativo, che Jack London ci racconta seguendo una direzione ben precisa: il cambiamento incomincia dalla superficie e si fa sempre più profondo, come un minatore che insegue, scavando, l’affioramento di una vena aurifera. Martin incomincia dalla cura delle mani e del corpo, dalla piega dei calzoni e da un vestito nuovo; i primi libri che legge, frequentando la biblioteca della città, riguardano il galateo e la grammatica. Si tratta, all’inizio, di rendersi presentabile alla giovane donna, di costruire un vocabolario minimo per comunicare con lei, di fare di tutto per rivederla. Ma, poiché il minerale prezioso è dentro di lui, ogni cristallo ne svela un altro. La grammatica lo porta al lessico, il lessico alla metrica, la metrica alla poesia; la cura del corpo lo porta a rinunciare all’alcol, la sobrietà lo tiene lontano dalle risse:«quanto di meglio era in lui usciva in un flusso meraviglioso. Il solo pensiero di lei lo purificava, lo rendeva migliore, lo induceva a voler essere migliore».
Così, dopo i primi passi incerti, il cammino di Martin diventa una corsa. Durante quello che sarà il suo ultimo viaggio nei mari lontani, Martin passa ogni momento libero, in coperta o sottocoperta, con un libro in mano: impara venti parole nuove al giorno, incomincia ad addentrarsi nei misteri della letteratura e della filosofia, liberando giorno dopo giorno energie che non sapeva neppure di avere: tornerà da Ruth quasi irriconoscibile. Il fascino per questo nuovo modo di essere non gli fa disprezzare la vita passata: è vero, da marinaio ha vissuto in modo dissoluto, ma ha visto cose che né Ruth, né i suoi pari possono nemmeno immaginare. Proprio questa ricchezza il giovane Martin vorrebbe regalarle, così decide una svolta che cambierà il corso della sua vita: «avrebbe scritto. Sarebbe stato uno degli occhi con cui il mondo vedeva, uno degli orecchi con cui ascoltava, uno dei cuori con cui palpitava».
Tornato sulla terraferma, Martin incomincia un’attività frenetica: abbandonato ogni altro interesse (e ogni altra fonte di reddito),prosa, poesia, fantasia e racconto diventano i suoi luoghi quotidiani. Rinuncia al sonno e alle visite, ritarda persino l’incontro con Ruth, per poterle donare quelle storie che, in fin dei conti, non nascono che per lei. Purtroppo, mentre Martin sta cambiando profondamente il suo modo di vivere per amore di Ruth, la ragazza non sembra sperimentare la stessa trasformazione. Inesorabilmente senza neppure accorgersene, si sta innamorando del marinaio, ma le frecce di Cupido non provocano in lei lo stesso miracolo. Come talvolta capita, il suo cuore è pronto a stupirsi dei cambiamenti di Martin: «scopriva in lui qualità inattese, che parevano sbocciare, da un giorno all’altro, come fiori piantati in un terreno favorevole»; ma a una simile strada di scavo personale, lei preferisce la gioia di ritrovarsi Martin tra le mani, come argilla da plasmare.
Le prime avvisaglie di quella che sarà presto una separazione di destini emergono quando Martin porge a Ruth le sue opere, perché le legga. Il giudizio di Ruth, ormai vicina alla laurea in letteratura inglese, è preciso, ma superficiale: si ferma alla grammatica ancora incerta, al linguaggio talvolta un po’ confuso, ma non vede nulla della profondità del cuore di Martin. Il marinaio non si scoraggia, accoglie le critiche per migliorare, ma un’ombra sinistra inizia a stendersi persino sul suo cuore ancora follemente innamorato della giovane donna.
Le cose incominciano a complicarsi soprattutto dal punto di vista economico: il progetto di vivere attraverso la scrittura sembra infrangersi. Le riviste e i giornali non accettano i suoi testi e, quando li accettano, la ricompensa è appena sufficiente per sanare i debiti e recuperare i beni che Martin è costretto a impegnare, per sopravvivere. Ma, in questo susseguirsi di speranze e disillusioni, finalmente accade ciò che tutti stanno aspettando: in un bellissimo pomeriggio assolato, l’amore che è cresciuto tra i due giovani si fa così intenso da spingerli, finalmente, a dichiararselo: Martin e Ruth si fidanzano. È il trionfo di Cupido, la promessa di un amore così intenso e puro da poter vincere ogni ostacolo, comprese le barriere sociali che separano Martin Eden dalla famiglia di Ruth.
In effetti, i Morse non sono genitori cattivi: vogliono il meglio per la loro figlia. Volentieri hanno accettato che Martin risvegliasse in lei un amore che ancora non conosceva; ora, di fronte alla possibilità che la figlia sposi un uomo di così basso livello sociale, non sono affatto entusiasti; eppure, invece di ostacolare l’amore, decidono di lasciare che finisca da solo, convinti che Ruth si stancherà presto e volgerà i suoi occhi a un migliore partito. In fondo, riflettiamo insieme, la posizione dei genitori non è mai facile, così come non è facile guardare un amore dall’esterno, accompagnare un amico o un’amica in un passaggio così delicato della vita.
La crescita di Martin, intanto, continua. Ma i ritmi di scrittura diventano frenetici, quasi ossessivi: Martin non dorme se non poche ore, passa il tempo a leggere nuovi testi e a scrivere, a inviare i suoi articoli e a portare i suoi beni al banco dei pegni per sopravvivere. Soprattutto, dopo migliaia di pagine lette con la profondità di un uomo che ha conosciuto anche i meandri più reconditi della società, Martin è diventato ormai un fine pensatore, spietato nei confronti della mediocrità degli altri, che si tratti di scrittori o di personaggi dell’alta società. Di soldi, però, non se ne parla: i suoi racconti, ormai diventati migliori di qualunque altro, continuano a non penetrare il muro di gomma dell’editoria. Ma la povertà, ormai, non riguarda più Martin soltanto, ma diventa il grande impedimento per realizzare la storia d’amore con Ruth, che richiederebbe una casa, uno stipendio, una sicurezza economica.
Due anni sono il tempo che Martin chiede all’amata: sfonderà quel muro, diventerà un pensatore riconosciuto e stimato. Due anni di resistenza, per un grande amore, non sembrano così tanti. Ma diventano tantissimi quando un cuore combattivo continua a crescere, a ingigantirsi, a salire le vette del pensiero e dell’arte, mentre l’altro resta uguale a se stesso. Il giovane marinaio goffo non c’è più, al suo posto c’è un filosofo che non tollera la banalità dei discorsi, l’arroganza degli arricchiti, la loro mancanza di idee e di stile, la riduzione della bellezza a un orpello da salotto. Il divario tra Martin e Ruth cresce, ma cresce, insieme a esso, il divario tra Martin e il resto del mondo. Solo un altro scrittore, il giovane Brissenden, è all’altezza di interloquire con lui. Brissenden è intelligentissimo, ma è cinico: non si aspetta più nulla dalla vita; una brutta forma di tisi lo espone costantemente alla fragilità e sembra avergli divorato ogni gioia di vivere. Un compagno perfetto per Martin, ma anche un ulteriore motivo di allontanamento dal mondo di Ruth. Jack London sembra proporre un tema delicato e difficile: più cresce l’intelligenza, più cresce la sensibilità alla bellezza, più si rischia di non sopportare tutto ciò che è mediocre, brutto, volgare. Brissenden a questo baratro non resiste e vi si getta dentro, suicidandosi.
In questo stesso vortice Martin resta invischiato così tanto da rompere ogni possibilità di futuro con Ruth. Lei è rimasta vincolata a un mondo che egli ha ormai lasciato alle spalle e l’amore diventa insostenibile. All’ennesima mancanza di rispetto per la sua classe sociale, Ruth decide di lasciare il suo amato con una missiva terribile. Senza Ruth, senza l’amore che era stato il grande motore del suo cambiamento, Martin non scrive più una riga.
Ironia della sorte, proprio quando tutto è perduto, arriva il successo: le opere di Martin Eden vengono pubblicate, diventano un successo mondiale, arriva la fama e arrivano i soldi. Ma arrivano troppo tardi. Distante da Ruth, il giovane si consuma e, quando lei torna in fine da lui, non è più in grado di accoglierla. Martin è malato, di una malattia che non colpisce il corpo, ma lo spirito. Un misto di disillusione, rabbia, nausea per il mondo: le promesse di bellezza e di amore eterno che avevano ridestato il giovane marinaio, che gli avevano permesso di scavare nelle profondità del suo animo, sembrano tradite. E le profondità vitali del cuore lasciano il posto alle profondità fredde dell’oceano, quando Martin, messo a tacere ogni soffio vitale, decide di mettere fine alla propria esistenza.