
HOMO, HOMINI LUPUS AUT ANGELUS?

DALLA LEGGE AL METODO
NOI, ENERGIA: IL TEATRO IN ACCADEMIA

Sono tutti sul palco, in fila, ognuno di loro ha il volto emozionato e felice sotto lo scroscio di applausi, mentre scorre in sottofondo la canzone di Vecchioni, “Sogna ragazzo sogna”, un inno all’essere nella vita insieme, adulti e ragazzi. L’emozione appanna gli occhi anche a noi. Allo Spazio Teatro 89 di Baggio, è appena finito lo spettacolo “Noi, energia” e tutto il pubblico è entusiasta, stupito, felice.
Lo spettacolo teatrale è una delle sfide dell’Accademia di questo anno. Totalmente scritto e interpretato dai ragazzi, fondato sull’intesa con Improvvisa Compagnia Vignarello, con qualche imperfezione nella dizione, qualche incertezza scenica, quello che è stato portato sul palco dice molto dei ragazzi, della Piccioletta e parla di condivisione, fiducia, coraggio e speranza nel futuro.
L’incontro con Improvvisa Compagnia Vignarello risale alla fine del 2023, quando aveva coinvolto un piccolo gruppo dei nostri ragazzi nel portare in scena, a Baggio, lo spettacolo che aveva aderito al progetto di Marco Paolini per tenere viva, in tutti i teatri italiani, la memoria in occasione dei sessant’anni dalla tragedia del Vajont.
Gaetano, Nadia e Monia sono l’anima della Compagnia. E in quel primo lavoro condiviso, la loro idea di teatro non performativo, ma come spazio per nutrire il pensiero e l’idea di mondo, aveva subito risuonato in sintonia con l’anima della Piccioletta
Da lì, è nata l’idea di introdurre insieme il teatro in modo strutturato all’interno del percorso della nostra Accademia. In stile Piccioletta, però.
Non un corso di teatro, di dizione, di danza, di pièce già viste e interpretate da grandi attori, ma una sfida: dare vita a un percorso di crescita nella parola detta, pronunciata, portata a un pubblico, partendo dal nostro libro, “Energia”, il secondo dei Quaderni dell’Accademia, che raccoglie i testi dei grandi autori di ogni tempo, letti e affrontati con i ragazzi nell’anno dedicato a quella complessa parola.
Lo scorso settembre è così iniziata per i nostri accademici l’esperienza teatrale. I primi incontri, le prime — immaginiamo — timidezze messe alla prova. Immaginiamo, perché la prima edizione di teatro in Piccioletta ha spinto i soci adulti a fare, per la prima volta, la scelta di rimanere totalmente fuori dal progetto, affidando i ragazzi e l’intero processo creativo a Gaetano, Nadia e Monia, non solo per rispetto delle competenze, ma per lasciare libero il dialogo con i ragazzi, per permettere modalità e sensibilità nuove.
Così, tutti noi, soci adulti della Piccioletta, seduti in sala come spettatori a una prima, scena dopo scena, quadro dopo quadro, ci siamo stupiti, incantati, commossi, meravigliosamente colpiti dal vedere i ragazzi sotto luci che li hanno rivelati anche ai nostri occhi.
C’è S., per il quale ogni parola pronunciata è una breccia nel muro della sua timidezza; G. che ha preparato la sua parte in ogni dettaglio; E. che piano piano sta scoprendo il suo naturale saper stare su un palcoscenico. E B. che, mentre racconta la sua storia, fa scendere il silenzio in sala. Ma anche E. che, su gambe sempre più lunghe, impara a convogliare in un gesto di scena il suo potenziale istrionico; A. che ha scelto di salire sul palco con Dante e M. che insieme a E. travolge la sala con tempi comici perfetti. Mano mano che, in coro o a voce sola, i ragazzi si muovono sul palco, si srotola il disegno dello spettacolo. Ognuno di loro ha estrapolato dal libro “Energia” un testo di riferimento e lo ha ricordato, rivisitato, trasformato con una scrittura imperfetta, forse, ma audace, personale e vera, facendolo dialogare con la propria esperienza, con la propria vita, con i desideri di anime che vogliono diventare grandi. “Noi, energia” è il titolo che hanno scelto: il “noi” sono i ragazzi e l’energia è il potenziale che in loro sentono, scoprono, vogliono coltivare, ma non da soli, dialogando con i grandi della letteratura e con gli adulti disposti a mettersi al loro fianco per sostenerli. E come tante volte abbiamo detto in Accademia, i loro monologhi hanno raccontato proprio quella capacità della cultura di essere alleata, amica, cartina di tornasole, fonte di riflessione per stare nel tempo, quello individuale — accompagnando la continua ricerca di senso e la scelta della persona che si vuole essere - e quello della storia del mondo.
I ragazzi ci hanno sorpresi, ma soprattutto, resi orgogliosi, per la serietà e l’impegno con cui hanno lavorato nei mesi (non è facile elaborare e scrivere con chiarezza e sintesi i propri pensieri) e, di più, per il coraggio che hanno avuto nel dare voce e corpo a quei pensieri su un palco, davanti a una sala colma di adulti.
Al culmine di mesi di lavoro, mentre si smontano le scene e le emozioni diventano pensiero, si stringe l’alleanza tra Accademia e teatro, tra Piccioletta Barca e Improvvisa Compagnia Vignarello, anche per il futuro.
Ci diciamo spesso che seminare la passione per la cultura nei ragazzi è un atto di fiducia, perché non si può sapere con certezza quando e come quel seme germoglierà, quando e come sarò motore di cambiamento per la vita dei ragazzi. Ma a volte, accade di essere presenti quando quel seme si manifesta.
La prima esperienza di teatro in Piccioletta è stata cosi. Un modo inatteso di vedere negli occhi dei ragazzi, nelle loro voci, nelle loro parole la luce di quello che leggono e vivono nei loro giorni con noi. E sentire che non riguarda solo loro, ma può toccare la mente e l’anima anche di chi li ascolta.