
UNA LINEA RETTA IN CIÒ CHE VI È DI PIÙ TORTUOSO

HOMO, HOMINI LUPUS AUT ANGELUS?
QUANDO LA LEGGE È AMICA

Ogni anno, nella stessa sala, circa alla stessa ora, salendo sulla stessa scala traballante, diventata ormai il nostro picciolo palco, ho l’onore di dare inizio alla nostra festa: una Festa dedicata agli Amici della Piccioletta Barca.
Questo mio gesto, seppur abituale e ormai consueto, non nasce dal caso. È frutto di un’attenta osservazione, condivisa con i miei soci in fase organizzativa, della realtà che ci circonda: nella nostra amata sede, quella scala è l’unico punto visibile a tutti!
Proprio da lì, quest’anno, è partita una piccola provocazione.
Approfittando della parola che i miei soci – con immensa fiducia – mi hanno concesso, lasciandomi carta bianca per aprire la serata, dopo avere dato il benvenuto sono scesa dalla scala e ho proposto un gioco. Un gioco che, all’inizio, poteva sembrare spiazzante, ma che aveva uno scopo preciso: scuotere un po’ le certezze e stimolare la riflessione.
Il premio? La possibilità di ascoltare il discorso comodamente seduti in prima fila.
Le regole, però, erano del tutto arbitrarie e, a dir poco, ingiuste: potevano partecipare solo alcuni dei miei amici, quelli che io avevo spudoratamente nominato, facendoli davvero accomodare in prima fila fra le risate divertite – e un po’ perplesse – di tutti gli invitati.
Il senso di questa provocazione è presto detto: prendeva spunto da una brillante idea di Beatrice e Roberto, che ammiro profondamente per l’ingegno e la sensibilità che dimostrano in ogni occasione. A ottobre, all’inizio dell’anno di Accademia, per introdurre il nuovo tema, avevano proposto ai nostri ragazzi un’attività basata sul famoso gioco Tabù, ma con regole volutamente ingiuste. E il tema era la legge.
Sulla loro scia, anche io ho voluto usare un gioco – semplice, ironico, ma profondamente simbolico – per presentare questo tema ai nostri ospiti.
Legge: una parola veramente impegnativa, soprattutto in questo periodo storico. Una parola fondamentale, che non può prescindere dalla vita dell’uomo in una comunità. Una parola senza la quale una qualunque “Lucia”, magari priva di buon senso, potrebbe sentirsi legittimata a creare regole arbitrarie e ingiuste, senza essere punita!
E così che comprendiamo che la consuetudine, passando per la lettura della realtà circostante, se non viene trasformata in una legge scritta, chiara e accessibile a tutti, perde di valore.
Da questa riflessione sulla legge nasce anche il senso profondo della festa, che ogni anno dedichiamo agli Amici della Piccioletta Barca, e che si fonda su un piccolo “patto”, semplice nella sua forma: ogni partecipante si impegna, nel corso dell’anno, a sostenere la Piccioletta Barca con una donazione di 100 euro, equivalente a 50 centesimi moltiplicati per i duecento giorni previsti dal calendario scolastico.
C’è uno Spirito, dietro a questa nostra piccola legge: la Piccioletta Barca è un luogo in cui tutti i bambini e i ragazzi che hanno desiderio di ascoltare e la voglia di approfondire i grandi temi della vita, attraverso le possenti voci delle letteratura, dell’arte della musica, possano farlo in un ambiente sicuro, amico, dove possano esprimersi liberamente, senza timore di essere giudicati o sminuiti, dove nessun adulto si erge a detentore assoluto del sapere, ma dove ognuno – con la propria esperienza e tanto studio – li accompagna nel porsi domande, cercando insieme risposte tra le voci dei grandi uomini e donne che, fin dall’alba della storia, si sono interrogati sugli stessi temi.
Di fronte a questa “legge”, possono accadere molte cose.
Qualcuno potrebbe, con gentilezza, ringraziare ma non aderire, perché – in fondo – di associazioni che richiedono contributi ce ne sono tante.
Qualcun altro potrebbe partecipare, senza comprendere appieno lo spirito della legge, magari solo per zittire la “Lucia” di turno che, puntuale come un orologio svizzero, richiede un contributo al progetto più bello del mondo, come se esistesse solo il suo!
Altri ancora potrebbero donare per alleggerire un senso di colpa, o per migliorare la propria immagine sociale.
E poi c’è chi comprende lo spirito della legge. Ecco, quello spirito della legge non è visibile agli occhi. Ma quando lo si comprende… cambia davvero tutto!
Quella piccola legge smette di essere un’imposizione, e comincia a scriversi nel cuore.
E lo si vede nei gesti più semplici: nella presenza dei nostri Amici, nei loro sorrisi rivolti ai nostri ragazzi, nelle strette di mano cariche di gratitudine per il lavoro che facciamo, negli applausi – che non sono mancati alla nostra festa – rivolti ai giovani soci che sono saliti sulla stessa scala per raccontare di noi e del nostro anno in Piccioletta Barca!
La presenza numerosa dei nostri Amici ha sottolineato una verità profonda: nessuna legge può funzionare senza l’apporto di ciascuno e di tutti.
È il bene comune – come ci ha ricordato Lorenzetti nell’affresco del Buon Governo, che abbiamo affrontato nel nostro percorso di Accademia di quest’anno – ciò che rende una comunità qualcosa di più della somma degli individui che la compongono.
Ciascuna mano tesa verso la nostra associazione ci consente di portare avanti, nel piccolo, il nostro progetto di cura per i giovani e per il mondo, offrendo loro l’arma più potente che esista: la cultura!