
L’ACCADEMIA DELLA DOMENICA

DESIDERIO: PARTIAMO DALL’ETIMOLOGIA
PENSARSI COME PIETRE CHE AFFIORANO

La nostra storia è recente ma assai ricca e la sfida e l’impegno di queste righe sono quelli di trovare le parole giuste per descrivere e raccontare un aspetto peculiare e insostituibile dell’esperienza del nostro centro culturale, quello della attività di accompagnamento scolastico che volontari, in gran parte giovani, svolgono con fedeltà e tenerezza accanto ai bambini e ai ragazzi per cinque pomeriggi alla settimana, compresi gli incontri per le lezioni di musica.
Stare accanto ai piccoli soci in Piccioletta Barca interroga, a qualsiasi titolo ci affacciamo a questa esperienza, la nostra anima culturale e pedagogica ancora prima di quella didattica, ponendoci in una posizione assai diversa già in partenza da quella di un classico doposcuola.
In particolare, i volontari che decidono di dedicare tempo ed energie all’attività di accompagnamento scolastico o musicale, lo fanno spendendosi dentro una relazione umana profonda e seria e nello stesso tempo leggera ed empatica con ciascuno dei loro ‘allievi’ e possiamo senza dubbio definire questa relazione come una alleanza, fatta di simpatia e fiducia reciproca, lontani dalla tensione scolastica legata alla performance e lontani anche dal recupero scolastico tout court.
Le materie studiate, le lezioni ripetute, gli esercizi svolti, sono quasi il pretesto per altro, anzi, lo sono certamente, perchè dentro l’alleanza fiduciaria, che si costruisce incontro dopo incontro, si crea uno spazio avalutativo e di riconoscimento di meriti che permette ai ragazzi e ai bambini di riconoscersi capaci di qualsiasi impresa scolastica, al di là dei risultati numerici misurati dai voti.
Questa alleanza non può mai essere data per scontata e va coltivata e custodita un giorno dopo l’altro, nella routine e nella novità che ciascuna lezione porta con sé, è un patto fondato spesso sulla complicità che annulla la distanza tra chi sa di più e chi ancora non sa, non per mancanza di competenze ma per avere alle spalle un cammino più breve o a volte accidentato.
Nel rapporto con il volontario che si china sul suo allievo per accedere insieme alle pagine da studiare, riconosciamo certamente due ruoli differenti ma non possiamo dire che ci sia una sola persona che apprende; nella relazione fiduciaria ciascuno scopre se stesso e guarda all’altro come a una occasione preziosa per diventare una versione migliore di sé.
Se è vero che il bambino apprende guardando al suo giovane maestro come a un modello, è vero altresì che il volontario sente di poter restituire ciò che ha ricevuto e spesso può fare la differenza nella vita del suo allievo.

I nostri ragazzi oggi hanno spesso come compagnia un telefono e si nutrono di legami virtuali e spesso non virtuosi, trascorrendo molte ore come spettatori di un sistema che li rende precoci consumatori di superficialità. Uscire da questo meccanismo è necessario e per farlo i ragazzi non possono restare soli e devono poter contare su contesti e persone che, accanto alla famiglia, si pongano come mediatori che consentano loro di accedere a esperienze di successo che li confemino nelle loro capacità.Occorre che noi adulti accanto a loro ci consideriamo ‘come pietre che affiorano’, per dirla con le parole di un importante pedagogista contemporaneo, Andrea Canevaro.
“Per rappresentare la figura dei mediatori possiamo utilizzare la metafora di chi vuole attraversare un corso di acqua che separa due sponde e non vuole bagnarsi: mette dunque i piedi sulle pietre che affiorano. Forse butta una pietra per costruirsi un punto di appoggio dove manca. Questi appoggi sono i mediatori, coloro che forniscono sostegno e che si collegano uno all’altro. Un mediatore è come un semplice sasso su cui appoggiare il piede per andare all’altra riva. L’importante è costruire collegamenti e andare avanti. Se un mediatore non invitasse a quello successivo, non sarebbe più tale.” (Andrea Canevaro, Pietre che affiorano)
Così ci sentiamo e così vogliamo proporci per i piccoli soci, come sostegni al loro cammino culturale per permettere loro di non sostare con noi se non per lo stretto necessario, ma di appoggiarsi alla nostra esperienza umana e culturale, al nostro studio, al nostro sapere per valorizzare una dimensione che sia originale, che sia propria di ciascuno, che li accompagni nella loro vita qualsiasi scelta di studio faranno.
Ci sentiamo tra noi collegati e cerchiamo di esserlo attraverso incontri e formazione costante perchè ogni pietra rimandi a quella successiva e tutte in fila portino alla riva.
I nostri ragazzi vivono oggi, ma in qualche misura abitano già il futuro; ci piace pensare che il nostro centro culturale e i suoi volontari potranno collaborare ad un avvenire diverso restando accanto ai loro giovani cuori.