
O VOI, CHE SIETE MATERIA INCANDESCENTE…

IL CARNEVALE DEGLI ANIMALI DI SAINT-SAËNS
IL CATTIVO RENDIMENTO

1. L’insuccesso scolastico nella società contemporanea
A tutti i livelli dell’insegnamento, mai come oggi si è parlato tanto di insuccessi: questo avviene sia per le mutate condizioni della società, sia per “la più marcata influenza, oggi, dei fenomeni affettivi sul comportamento degli alunni e dei loro genitori”, (R. Dottrens, La scuola primaria nel mondo, cit., pag. 144).
La società moderna è strutturata in modo tale per cui, a tutti i livelli, è necessario possedere un minimo di istruzione; chi non possiede un certo grado di studio si sente, e si sentirà sempre più, in stato di inferiorità rispetto al livello medio della sua epoca. L’Avanzini commenta giustamente che “… quand le taux de fréquentation est faible, l’échec scolaire n’est pas un échec social ou, du moins, peut ne pas l’être: la sécurité professionnelle et l’adaptation à la vie adulte ne sont guère suspendues à la réussite scolaire. Au contraire lorsque l’instruction est développée, a fortiori obligatoire et généralisée, il change de sens. Or la société contemporaine se caractérise bien par un processus sans cesse de scolarisation”, (G. Avanzini, L’échec scolaire, Éditions Universitaires, Paris 1967, pag. 13).
Infatti in Italia dal 1900 ad oggi l’età dell’obbligo è passata da 6 – 11 – 12 anni a 14 anni e ora si afferma vada prolungata a 16; in Francia dai 6/12 – 13 anni dell’inizio del ‘900 si è passati a 16 (a partire dal 1972 cioè dai nati del 1958) e si prevede arriverà a 18 anni entro il 2000.
Alcune mutate condizioni della società rendono possibile il prolungamento dell’età dell’obbligo: in primo luogo l’allungarsi della durata media della vita fa sì che non sia necessario l’impiego immediato di tutte le forze vive, in secondo luogo la meccanizzazione, diminuendo il volume del lavoro manuale, richiede una minor quantità di mano d’opera e permette alla popolazione giovane di dedicarsi allo studio.
C’è un’altra ragione che rende necessaria una scolarità prolungata, ed è il fatto che “à mesure que se développent les idées démocratiques, l’accès de la masse de la population à le culture et par conséquent la possibilité de suivre un enseignement apparaissent de plus en plus à la mentalité commune comme une exigence de la justice sociale et constituent un thème de revendication”, (G. Avanzini, op. cit., pag. 14).
Inoltre l’inserimento nel mondo del lavoro o in generale nella società richiede oggi capacità molto più mature che non il secolo scorso. Il ritmo incalzante delle scoperte scientifiche, il progresso tecnico, la facilità e rapidità della circolazione delle idee, la molteplicità delle sollecitazioni, la pubblicità, ecc. richiedono al giovane una capacità di confrontare, giudicare e scegliere che solo l’educazione può fornirgli.
Dopo queste considerazioni è più facile valutare le conseguenze negative dell’insuccesso scolastico dei ragazzi del nostro tempo. Senza contare che l’insuccesso, oltreché conseguenze a lungo termine, relative cioè all’inserimento del ragazzo nella società, ha anche conseguenze immediate, in quanto il fanciullo che presenta cattivo rendimento difficilmente riesce ad inserirsi affettivamente e socialmente nella classe.
