
FACCIAMO FINTA CHE…
DALLA SCUOLA ELEMENTARE ALLA MEDIA: DIFFICOLTÀ E ELEMENTI DI FRIZIONE

È indubbio che l’entrata nella scuola media rappresenta per la maggioranza dei fanciulli un periodo di crisi, in quanto si ha la rottura di un lungo condizionamento scolastico ed ambientale, come quello che si viene creando nel corso della scolarità elementare, con la conseguenza di uno stato di disorganizzazione transitoria, per cui si ha un generale fenomeno di regressione.
La scuola media richiede al preadolescente rapporti più complessi di quelli che era abituato ad intessere con compagni ed insegnante nella scuola elementare.
Anche il tipo di apprendimento, che si avvia a divenire sistematico, è diverso, e richiede una certa maturità e un corretto equilibrio. Tale equilibrio è molto precario nella preadolescenza, per la rapidità con cui avvengono i mutamenti di ordine somatico dovuti alla maturazione degli organi sessuali e i connessi mutamenti psichici.
Le richieste della scuola sono più numerose e pressanti, vi è una maggior difficoltà di programmi a cui corrisponde una maggior richiesta degli insegnanti, per cui il rendimento subisce un grave o a volte improvviso abbassamento, che si manifesta molte volte fin dai primi giorni di scuola.
Lo schema di identificazione con l’insegnante unico viene rotto per lasciare posto a una posizione di rapporto plurilaterale, dinamico, con una molteplicità di insegnanti; a questo si deve aggiungere l’improvvisa pressione dell’aspetto culturale specifico delle varie materie di studio. Il moltiplicarsi e diversificarsi delle figure di riferimento è uno degli aspetti più delicati del passaggio: la maestra, nel bene o nel male, si avvicina alla figura materna, cui il bambino è abituato. Figura positiva o negativa che sia, il bambino mette in atto a livello conscio e inconscio dei meccanismi di affidamento o, viceversa, di difesa che negli anni si perfezionano garantendogli una linearità e una stabilità fondamentali.
Ogni insegnante della scuola media, giustamente, presenta la propria disciplina come importante e significativa nella formazione dell’alunno: l’operazione di moltiplicare magari per dieci, le capacità di indagine, scoperta e adattamento all’adulto richiede uno sforzo notevole da parte del ragazzo di prima media. Ci vorranno mesi perché questo adattamento prenda forma definitiva, mesi in cui, parallelamente, l’allievo deve applicarsi all’apprendimento di nuovi concetti nelle materie di base e di nuove materie tout court, fra cui una lingua straniera.
In questa situazione è abbastanza facile che si manifesti il fenomeno dell’insuccesso scolastico, che peggiora di giorno in giorno perché non viene neanche più compensato da successi parziali, in quanto le eventuali sufficienze in storia vengono ignorate dall’insegnante di matematica e viceversa.
Alla luce di queste precisazioni, risulta più evidente come il preadolescente in prima media venga a trovarsi in una situazione di disagio e sia costretto ad impiegare tutte le proprie energie per adattarsi al nuovo ambiente.
Non sempre questo adattamento avviene nel migliore dei modi, anzi per molti ragazzi non avviene affatto: l’esperienza e gli studi compiuti a questo riguardo ci dimostrano che in prima media il numero dei disadattati aumenta notevolmente.
Se a questa situazione di difficoltà di ambientamento nella nuova scuola si aggiunge una scarsa preparazione culturale di base, l’insuccesso già possibile diventa certo.
Concludendo, mi pare di poter affermare che la scuola media presenta in concreto, a causa della sua attuale organizzazione, una serie di motivi di difficoltà per il fanciullo che vi acceda. La scuola elementare, di contro, non sempre prepara il fanciullo, sia a livello di formazione personale, sia a livello di preparazione strumentale, ad affrontare con equilibrio e maturità sufficiente il nuovo tipo di scuola.
La prospettiva verso cui tendere mi pare sia riassumibile in questo modo: rendere la scuola elementare e media sempre più adeguate ai rispettivi stadi e tra loro continue, cosicché la media si innesti, in ogni senso, sul punto di arrivo della scuola elementare, conservando però i propri caratteri di scuola del preadolescente.
La scuola elementare, a sua volta dovrebbe ripensare e rivedere ciò che nel proprio procedere è inadeguato non tanto alla luce delle aspettative, dei programmi e delle strutture della media, quanto piuttosto in ordine alle esigenze e possibilità di sviluppo di una fanciullezza matura liberata dai più gravi condizionamenti ambientali.
La presente introduzione ha voluto inquadrare panoramicamente lo specifico problema di questa tesi entro una visione più ampia, perché si è ritenuto che questa giovasse a cogliere l’esatta natura e portata dei termini del problema, prima di dedicarsi ad analizzarli nello specifico.