
SENTIRE IL GRISOU
COUP DE THÉÂTRE

TI PRESENTO GALILEO
Parte musica Bach aria sulla quarta corda (comunemente nota come: Superquark)
Mentre si svolge l’intervista in una parte del palco, dall’ altra c’è il piccolo apprendista di Galileo: Andrea che sta guardando l’intervista alla TV. A un certo punto, arriva il padre o la madre che gli spegne la TV e borbotta che sono tutte baggianate, poi gli chiede di aiutarla a fare le faccende di casa.
Intervistatore (i): Buona sera signore e signori e benvenuti a questa nuova puntata, dove intervisteremo il solo e unico… Galileo Galilei! (applausi del pubblico, mentre entra sorridente lo scienziato, salutando con la mano)
La prego si accomodi. Signor Galilei, perché lei è stato imprigionato?
Galileo (G): Beh, è una lunga storia. Come lei sicuramente sa, sono un inventore, un ricercatore e uno scienziato; una sera stavo osservando le stelle attraverso il mio cannocchiale…
(i): Mi scusi, ma lei ha inventato il cannocchiale?
(G): Ma ovvio! Chi altro pensa che sia stato? Anche se tecnicamente sono stati prima gli Olandesi, ma il loro era solo un gioco per bambini. Io l’ho perfezionato. E… (scattando in piedi e rivolgendosi al pubblico) se voi a casa volete acquistare anche un cannocchiale, usate il mio codice Galileo 1633 per avere 45% di sconto sul vostro prossimo ordine.
(i): Uhm… Ok, ritorniamo al punto. Stava guardando le stelle e poi… (G): (si risiede) Ah, e poi vidi il sole, e pensai, ma porca frittella, è ‘sta palla gigante di fuoco sta al centro dell’universo, non noi. Ero così eccitato. Cominciai a registrare i miei successi e a condividere con tutti la mia scoperta! La raccontavo ai miei colleghi all’università e loro la raccontavano ai loro amici e agli amici dei loro amici e…
(i): Mi scusi, ma in tutto questo, non ci fu nessuno che le andò contro? (G): Aspetti, aspetti! Lei mi interrompe sempre sul più bello. Stavo dicendo… Beh ormai tutti sapevano della mia scoperta! Ero persino andato a Firenze alla corte dei Medici a mostrare la mia scoperta! Erano sbalorditi! Ma ovviamente non tutti stavano dalla mia parte. Fui invitato a Roma, a dimostrare al caro Papa Urbano la mia meravigliosa scoperta. Portai i miei studi, le mie analisi. Ogni cardinale, uno per uno, guardò nel cannocchiale… (scattando in piedi e rivolgendosi al pubblico) se voi a casa volete acquistare un cannocchiale, usate il mio codice Galileo… (l’intervistatore lo rimette a sedere tirandolo per la manica)… finché finalmente toccò al Papa. Lui guardò e… niente! Non mi voleva credere! Allora gli mostrai gli appunti e le note, ma lui non voleva sapere niente! Mi disse che la mia idea era troppo pericolosa e mi sbatté in prigione! Ecco come sono arrivato qui! (i): Mi dispiace, dev’essere dura. Mi dica, com’è la prigione? È brutta? (G): Ma certo che è brutta! Che razza di domanda è? È terribile, sto in una cella cupa, piccola e sporca con neanche una finestra e come unica compagnia, un ratto. Non sto mica alle Maldive. E poi mi minaccianodicendo che se non nego la mia scoperta, verrò tagliato a pezzi come un Sashimi! Ho una paura!
(i): Posso solo immaginare. Mentre lei veniva imprigionato, avrebbe voluto dire qualcosa al Papa?
(G): A parte gli insulti, (mettendosi una mano sulla bocca e girandosi verso il pubblico) — che gli ho detto in abbondanza -, gli avrei voluto dire che era un fifone! Sapeva che quello che aveva visto era la verità. Lui temeva quello che sarebbe potuto succedere: la nascita di un’era dove l’uomo sarebbe stato padrone del sapere, pronto a scoprire sempre cose nuove e a dubitare dei dogmi imposti dalla chiesa! Oh, sono troppo indietro per i miei tempi! (i): Certo, certo, la capisco. L’ultima domanda e poi la lascio andare. Se lei potesse tornare indietro, rifarebbe tutto da capo o cambierebbe qualcosa? (G): No, in realtà cambierei qualcosa. Non avrei reso le mie scoperte così pubbliche. Le avrei solo condivise con una cerchia ristretta. (i): Mi scusi, ma perché? Non ha appena detto che voleva una rivoluzione dove l’uomo diventava…
(G): ...padrone del sapere, blah, blah, blah. Ho detto che ci sarebbe stata, ma non che lo desideravo. Non mi contraddica! Le mie scoperte non cambieranno il mondo adesso ma lo faranno nel futuro. Sa, dopo aver mostrato le mie ricerche a un mio collega all’università, di cui non posso dire il nome per motivi di privacy, lo sa lui cosa mi ha detto? “Gali, io ho una madre e un padre contadini. Loro sono ignoranti e una delle uniche cose che li fa andare avanti è la fede, che è assoluta verità. Se io gli dovessi dire che è il sole e non la terra al centro dell’universo , cosa pensi succederebbe? La loro esistenza che si basa sulle verità della chiesa sarebbe distrutta!” La gente non sarà mai pronta per una rivoluzione finché l’istruzione è un privilegio a cui pochi possono avere accesso, non avverrà mai. Da solo non posso combattere, ma se uniamo le nostre forze, cioè il sapere, avremo un’energia così forte che neanche il papa potrà fermare.
(i): Che belle parole… La ringrazio per il suo tempo.
(G): (uscendo e salutando quasi eccessivamente) Grazie a tutti e… ci vediamo la prossima scoperta!
(Emma P. e Matilde M., II media)
DANTE E L’ENERGIA
Proverò a parlarvi di energia e Dante senza annoiarvi troppo, cercando di raccontarvi alcune parole che li accomunano e che rappresentano anche il nostro percorso in Piccioletta barca e il messaggio che vogliamo mandarvi con questo spettacolo.
La divina commedia è per noi ragazzi della Piccioletta barca l’opera che forse conosciamo meglio e l’energia che da essa traiamo è grande. Ci sarà sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Quando ascoltiamo, siamo in silenzio, pronti a cogliere, ognuno dal suo punto di vista, il nocciolo della questione. Se l’argomento ci interessa saremo poi pronti a parlarne e discuterne insieme a condividere il nostro pensiero.
Così è avvenuto nel canto XX del Purgatorio.
Immaginate un grande concerto d’orchestra, che suona ininterrottamente senza mai stancarsi e senza mai annoiare nessuno. Ognuno produce la sua piccola parte, consapevole di contribuire al lavoro di tutti.
Nella grande orchestra spesso c’è anche un solista, che può sembrare che emani una delle più grandi quantità di energia: ma chi lo dice che il singolo emani più potenza del gruppo?
Nel Purgatorio, alla fine del canto XXI, si sprigiona una delle più grandi quantità di energia di tutte la commedia: quella della purificazione di un’anima. Cosa vuol dire essere mondi?
Quando in un gruppo ci chiedono chi sia il migliore, siamo sinceri quando rispondiamo? e se il migliore non si sentisse come tale?
Il verbo più significativo, secondo me, è sentire. Da solo è ambiguo e troppo vario nel significato, ma se tutti insieme sentiamo, proviamo, cogliamo le nostre emozioni, non arriviamo a sentirci mondi? Perché l’aggettivo mondo vuol dire questo, essere pulito e, per questo, consapevole delle proprie emozioni: essere pronto per una verifica o sentirsi pronto? essere stanco o sentirsistanco? essere grande o sentirsi grande?
L’energia che emaniamo ogni giorno deve essere la nostra, quella che ogni giorno ci fa arrivare alla fine della giornata soddisfatti di quello che abbiamo fatto e della luce che abbiamo portato.
Siamo mai riusciti a sentirci mondi?
(Arianna, I superiore)