
UN ANNO DI ENERGIA

IL LUOGO CHE NON AVREI MAI VOLUTO LASCIARE
IL SEGRETO DI VIRGINIA

Quando la parete dietro di noi si richiuse, per un istante un sentimento di angoscia mi prese tutto il corpo.
Il fantasma mi fece sedere davanti a lui, a terra. Poi mi porse le sue mani, dicendomi di stringerle nelle mie, recitando una preghiera che aveva trascritto per il giorno in cui qualcuno avesse accettato di aiutarlo. Presi il vecchio e ingiallito foglio con la mano un po’ tremante e cominciai a leggere a mente ogni singola parola per capire ciò che dovevo pronunciare e poi far ripetere al fantasma. Con tono di voce deciso, iniziai a recitare la preghiera, riga per riga, lasciando il tempo di ridurla al mio, ormai, amico.
Nonostante nell’aria ci fosse un’atmosfera tesa, sul suo volto lessi solo gioia ed eccitazione, seguite sempre da un sorriso bambinesco che mi scaldò il cuore. Terminammo il lungo poema e quando Simon ebbe pronunciato l’ultima sillaba, una figura incappucciata, sfocata e luminosa, volò nella stanza attraverso la finestrella sopra di noi. In quel momento, un cerchio di candele accese ci circondò improvvisamente e la figura estranea cominciò a parlare con un vocione cupo e tetro che mi fece venire i brividi. Disse serio: « Sir Simon è giunta la sua ora! È riuscito a trovare qualcuno veramente fedele a lei, ma soprattutto ha confessato e pregato per il suo peccato in modo sincero. Complimenti! Ora se vuole seguirmi, la porterò via, dove potrà finalmente riposare per sempre indisturbato.» Dopo aver proferito quelle parole, Simon si sollevò nell’aria come vapore e, prima di raggiungere il suo accompagnatore nell’aldilà, accarezzò il mio viso con le sue mani fredde e mi baciò la fronte affettuosamente; non so come, ma ci riuscì. Io arrossii e, vedendolo andare via, mi commossi tanto che qualche lacrima mi bagnò il volto. Mi mancherai dopo tutto Sir Simon! (Viola, 2 media)
So che tutti vi state chiedendo cosa sia successo quella notte fra me e il fantasma di Canterville: non l’ho mai raccontato a nessuno, ma ormai è passato molto tempo da quel fatto e credo che sia arrivato il momento di narrare le cose per bene.
Subito dopo essere scomparsi dalla stanza, siamo arrivati in una specie di salone, che era vuoto e tutto bianco: sulle pareti c’erano dei buchi, ognuno dei quali conduceva a una destinazione diversa. Il fantasma gridò: «ah eccolo!» e mi fece attraversare uno di quei buchi, portandomi in una camera piena di oggetti preziosi. Lo spettro mi disse: «scegli quel che vuoi tra tutti questi gioielli e mettili a forma di cerchio; dopo entra nel cerchio e insieme pronunceremo la profezia». Scelsi con molta cura i cinque gioielli e, pronunciata la profezia, il fantasma mi fece tornare a casa con il mio piccolo tesoro in uno scrigno.
Dopo questi fatti, la storia la conoscete, ma non tutta! Arrivata a una certa età, decisi di regalare a mia figlia lo scrigno: lei lo mise nel suo armadio, ma il giorno dopo, quando mi alzai, l’oggetto era sul mio comodino. Allora decisi di seppellirlo in giardino, ma il giorno dopo era di nuovo di fianco al mio letto; come ultima cosa decisi di portarlo fuori da Canterville ma, indovinate un po’, il giorno dopo era ancora sul mio comodino! Questa cosa mi angosciò moltissimo ma qualche tempo dopo me ne scordai…
Una trentina di anni dopo morii a causa di una malattia, un virus, il covid: quello che non sapevo proposito di quei gioielli e che erano maledetti! Volete sapere come ho fatto a scoprirlo? Dopo cento anni, sono io il nuovo Fantasma di Canterville ed eccomi qui a infestare il castello.
Chissà quando anch’io potrò avere la mia profezia… (Chiara, 2 media)