
I QUARANTA GIORNI DEL MUSSA DAGH

QUANTO VALE UN METRO CUBO DI CONOSCENZA?
LA LETTERA PERDUTA

Caro diario,
sto per arrivare in un paese a me sconosciuto, non parlo la lingua del posto a parte qualche parola essenziale, imparata da un mio compaesano come: acqua, cibo, bagno, aiuto.
Mi sono resa conto che non sono sola sulla barca, ci sono circa cinquanta persone, ognuno con la propria famiglia e con la propria storia. Ora tocca a me e ti racconto perché sono in questa situazione.
Sono una persona rifugiata dalla guerra e ho una missione delicata: portare una lettera al fidanzato di una mia cara amica.
Caro diario,
mancano circa sette giorni all’arrivo in Grecia, muoio dalla curiosità di conoscere il contenuto della lettera che mi è stata affidata, per questo ho deciso di aprirla molto attentamente. Questo è quello che ho letto nella lettera:
Ciao Omar sono Marwa. Non so come stai e spero bene. Temo che noi non ci rivedremo mai, qui stanno facendo un massacro di civili. Ti devo dire una cosa che speravo di dirti appena fossi venuto qui da me, prima che chiudessero i voli a causa della guerra. L’unica ragione che mi dà la forza di vivere è nostra figlia che sta per nascere: sì lo so che ti starai facendo un sacco di domande, ma ti chiedo di fidarti: sei l’unico uomo che abbia mai amato tanto. Non so cos’altro possa assicurarti: l’unica cosa che so è che ti amo e spero con tutta me stessa che ci rivedremo al più presto.
Ti amo tanto
Marwa
Quando ho finito di leggere la lettera, ero tanto sorpresa: neanch’io sapevo che Marwa fosse incinta e adesso che conosco il contenuto della lettera, spero davvero di riuscire a consegnarla a Omar! Mentre leggevo la lettera, mi trovavo all’aperto sul ponte della nave: ho sentito urlare qualcuno, istintivamente ho stretto la lettera e ho visto che chi stava urlando era un bambino piccolo che stava per cadere dalla nave: con una mano teneva un pupazzo. Sono riuscita a salvare il bambino, afferrandolo con tutte e due le mani, ma nel trambusto del momento ho perso la lettera. Non ricordo nulla precisamente, non so se è volata con il vento o l’ho fatta cadere da qualche parte… l’ho cercata dappertutto, ma non c’è stato modo di trovarla.
Mi sono sentita morire! Dopo tanti pensieri e tanta disperazione, ho deciso di riscrivere la lettera: non sarà proprio uguale a quella di Marwa, ma ho scritto tutto quello che mi ricordavo. Mi sento tanto in colpa: se non fosse stato per me, Omar avrebbe ricevuto la vera lettera della sua amata.
Caro diario,
Ore 9. Oggi incontro Omar e gli consegno la mia lettera. Sono molto agitata.
Ore 16. Fatto! L’ho incontrato, ho fatto finta di nulla, non gli ho detto che quella lettera era scritta da me, la sua situazione era già molto complicata. Appena ha preso la lettera, si è messo a piangere, mi ha ringraziato tantissimo ed è corso via.
Caro diario,
Solo oggi, dopo circa un mese, ho scoperto che, dopo il nostro incontro, Omar è riuscito a ritornare nel suo paese d’origine, dove però non ha trovato Marwa, ma la piccola Nor, in arabo luce. Le storie non finiscono sempre bene come nei film romantici e ti devo dire con dolore che anche Omar è stato ucciso in guerra: per questo ho deciso di adottare la piccola Nor.
Caro diario,
ti ritrovo in un vecchio baule dopo venticinque anni. Rileggo queste pagine e provo una grandissima commozione: non te lo aspetteresti mai, ma la piccola Nor si è sposata con Yasser, non so se ti ricordi di lui: è lo stesso bambino che avevo salvato nella nave. Ho scoperto che la lettera ce l’aveva lui! Mentre lo afferravo, sembra che gli abbia gridato di tenere in mano quel foglio, non ricordo proprio nulla! La lettera lui l’ha conservata finora: quella lettera è l’unica cosa che Nor ha dei suoi genitori.
Spero di essere stata una brava mamma per Nor: in questa vicenda tutto era buio, ma poi piano piano la vita sembra aver riparato a tutto, compreso alla lettera perduta…